Reggio nell'Emilia, IT
Negli ultimi tempi a Edimburgo, capitale della Scozia, si nota un notevole fermento di idee, progetti e realizzazioni nel campo dell’architettura. Mentre negli ultimi anni i mutamenti politici nell’Europa dell’est hanno incrementato e vivacizzato il ruolo di Edimburgo come capitale degli affari di tutta la zona nord-europea e baltica, di pari passo l’amministrazione della città ha intrapreso un cammino fatto di manifestazioni promozionali e di progetti sul nucleo urbano che mira a ottenere, nel 1999, il titolo di “Città britannica dell’Architettura e del Design”.
Tali intenti di riqualificazione urbanistica e architettonica della città sono fortemente sostenuti anche dai settori economici e produttivi che vedono nella presenza di Edimburgo fra le più importanti capitali d’Europa una garanzia di sviluppo di tutto il tessuto economico della zona. Mentre sono allo studio diversi progetti alla grande scala e sul recupero dei “Docklands” della città, vengono contemporaneamente banditi diversi concorsi internazionali di architettura , taluni a elevata carica simbolica e promozionale (come il concorso per un nuovo “Architecture and Design Centre”), altri aventi a oggetto temi specifici di riqualificazione di parti importanti della città.
Fra questi ultimi rientra il concorso sull’area di Cowgatehead, promosso nell’estate del ’94 dall’Edinburgh District Council in collaborazione con la RIAS (The Royal Incorporation of Architects in Scotland), che prende lo spunto dalla necessità di ristrutturazione e ampliamento della Biblioteca Centrale per il ripensamento e il recupero di uno degli isolati più centrali della città storica. L’isolato di Cowgatehead si trova infatti nella zona più antica della città, al centro dell’ideale triangolo avente come vertici il Castello, la stazione di Waverley e il complesso dell’University Old College e del Royal Museum of Scotland. La Biblioteca Centrale, l’oggetto principale del concorso, è un edificio di fine ’800 progettato in forme neorinascimentali francesi dall’architetto di Edimburgo Sir George Washington Brown, vincitore del concorso bandito nel 1887 dopo una donazione in denaro del filantropo scozzese Carnegie che voleva dotare la sua città di una nuova e moderna biblioteca. Si tratta di un edificio a sette piani, basato su una pianta a croce greca, con accesso principale a livello 5 dal ponte George IV (un viadotto di scorrimento urbano realizzato nel 1834) ma con accessi di servizio anche al livello inferiore di Cowgate, una strada che passa ortogonalmente al di sotto del ponte, e sulla quale si affacciano diversi storici edifici come la Magdalen Chapel e la Livingstone House.
L’asse di Cowgate termina nell’ampio slargo formato dall’incontro di West Bow con Grassmarket (dove un tempo avvenivano le esecuzioni capitali pubbliche) da cui parte l’ampia curva in salita di Victoria Street che abbracciando l’isolato si richiude sul ponte George IV. La situazione dell’isolato di Cowgate è attualmente di notevole degrado, soprattutto nell’area destinata all’ampliamento della Biblioteca, in cui si ha una tipica situazione di “vuoto urbano”, frutto di casuali e disordinate demolizioni attuate in questo secolo. Il carattere di vuoto urbano dell’area è aggravato dalla mancanza di attività al suo interno che ne possano rigenerare la vitalità e che possano evitare, come invece accade ora, che le percorrenze pedonali aggirino l’isolato riversandosi su Victoria Street. Il degrado dell’area in questo senso deriva dalla distruzione della trama urbana originaria (rilevabile ancora nelle planimetrie storiche di fine ’800) basata sulla presenza dei “closes”, che sono in un certo senso l’elemento caratterizzante del tessuto urbano storico di Edimburgo. Il “close” è una sorta di vicolo pedonale (di larghezza limitatissima) di uso pubblico, ma spesso privato o condominiale, che oltre a segnare il discrimine tra proprietà adiacenti, ha il compito di rendere accessibili le zone più interne degli isolati, con improvvisi slarghi in spazi aperti, e soprattutto fornisce vivaci scorciatoie per passare da una strada principale all’altra.
Spesso l’accesso dalla strada è al coperto, ricavato con una apertura nella cortina edilizia continua, per poi scoprirsi all’interno dell’isolato, dove sovente sono presenti ripide scalinate necessarie per vincere i forti dislivelli tipici del centro storico di Edimburgo. Scopo del concorso è quindi ottenere una rivitalizzazione di tutto il comparto, anche al di là del tema architettonico specifico, che è l’ampliamento e la ristrutturazione della Biblioteca Centrale e la creazione di un nuovo Centro Culturale per bambini. Le dettagliate richieste del bando devono essere soddisfatte all’interno di un perimetro ben preciso, che comprende diversi altri edifici storici, oltre a quello della Biblioteca, anche al di là di Cowgate (con accesso sia da Cowgate che dalla quota superiore di George IV Bridge) e verso West Bow (la chiesa sconsacrata di di St.John e l’ex teatro di Stepping Stones). Tutta la zona (che rientra nella “Old Town Conservation Area”) è ovviamente sottoposta al vincolo di approvazione supplementare richiesta per gli interventi in centro storico.
Non esistono però vincoli di conservazione assoluta, se non il divieto di demolizione degli edifici più antichi (denominati “A-listed buildings”, secondo una classificazione in tre gradi di importanza) e il divieto di alterazioni che ne diminuiscano l’integrità architettonica o l’interesse storico. Per gli altri edifici vincolati rimane la prassi, molto aperta, di non rigettare a priori alcuna ipotesi, anche di demolizione, senza prima aver attentamente esaminato il valore del nuovo progetto e i suoi molteplici rapporti con il sito. Nel caso specifico del concorso, è addirittura permessa la demolizione della ottocentesca ex chiesa di St.John, con l’unico vincolo di conservazione del campanile ottagonale neogotico, che può però essere ricollocato a piacere all’interno dell’area di concorso o altrove.
Il progetto di concorso proposto in queste pagine intende innanzitutto recuperare e valorizzare gli spazi interni della Biblioteca storica, liberandola dalle attività incongrue insediate nel corso degli anni o da quelle cresciute in maniera invadente e sproporzionata, come i depositi intensivi dei libri e le aree di classificazione e catalogazione dei nuovi testi, da ricollocare in maniera più razionale e flessibile nel nuovo ampliamento. L’accesso principale alla biblioteca riorganizzata rimane dal ponte George IV al livello 5, che nell’edificio storico diviene il piano principale di accesso e smistamento del pubblico alle diverse zone (fig.10). Nell’ambiente storico dell’atrio principale vengono recuperate le assialità ortogonali originarie, che vengono anzi enfatizzate prevedendo sulla loro prosecuzione i ponti di collegamento sia con l’ampliamento che con l’edificio secondario esistente al di là di Cowgate, che si sviluppa sui cinque livelli che dal ponte scendono alla quota stradale inferiore.
In quest’ultimo edificio secondario vengono ipotizzate tutte le attività di ristorazione e altre attività collaterali (che è opportuno non interferiscano con le funzioni proprie della biblioteca), ai diversi piani inferiori, raggiungibili dall’atrio principale della biblioteca tramite la nuova passerella oppure direttamente dall’esterno attraverso l’accesso esistente da ponte George IV. E’ anche ipotizzabile che attraverso i nuovi collegamenti verticali previsti nell’edificio secondario sia ottenuta una nuova possibilità per il pubblico esterno di passare rapidamente e direttamente dal ponte George IV alla quota inferiore di Cowgate (circa 17 metri di dislivello) senza transitare dalla biblioteca e soprattutto evitando il lungo tragitto su Victoria Street. L’ ampliamento della biblioteca è improntato, come richiesto dal bando, alla massima flessibilità e adattabilità degli spazi interni, e si sviluppa su sette livelli fuori terra e quattro livelli interrati in un blocco articolato che occupa l’area libera a disposizione, e prevede la demolizione della chiesa sconsacrata con la sola conservazione della torre ottagonale. L’articolazione della pianta deriva dall’ideale accostamento di quattro striscie larghe 8 metri (agli interassi) e di lunghezza variabile, alternate a strisce più strette (4 metri) e corte in cui sono ricavati pozzi di luce vetrati e che consentono la creazione di fratture verticali nei due prospetti longitudinali. Tali rientranze vetrate segnano, con le loro ombre, gli stacchi fra le testate piene delle quattro strisce principali, in cui sono ricavati alternativamente elementi di servizio (scale di emergenza, cavedi impiantistici, servizi igienici) ad ambedue le estremità. La concentrazione degli elementi di servizio sul perimetro consente la massima sfruttabilità degli spazi interni, che sono in tal modo privi di vincoli per future modificazioni. L’accesso del pubblico avviene dal ponte di collegamento con l’atrio principale posto a livello 5. In testata dell’ampliamento (dove a livello 5 sono presenti la biblioteca per bambini e la biblioteca a prestito libero) è previsto un nucleo di collegamenti verticali che smista il pubblico ai due livelli superiori e ai due livelli inferiori, ove sono ubicate le biblioteche specializzate per settori (Fine Art, Popular, Scottish, Music). I cinque livelli superiori dell’ampliamento sono organizzati in maniera simile.
Accanto ai collegamenti verticali di testata sono concentrati spazi di uso più pubblico (sale conferenze, salette per esposizioni temporanee), mentre un percorso longitudinale permette di concentrare gli spazi di lavoro del personale sul lato sud, lasciando la più ampia zona nord a disposizione per le sale di lettura del pubblico. La previsione di un nucleo di collegamenti verticali, con ascensori e montacarichi per i libri, nella zona riservata agli operatori, permette al personale di muoversi liberamente fra i diversi piani della struttura senza dover attraversare barriere di sicurezza e punti di controllo. Dai diversi piani operativi è possibile raggiungere il livello 2 (destinato ai servizi bibliografici e di catalogazione-archiviazione) e i tre livelli interrati più bassi, in cui sono previsti i depositi intensivi dei libri, in costanza di condizioni microclimatiche e in assenza di raggi UV, per distribuire con la massima celerità i volumi richiesti ai vari piani. Al livello 5 dell’ampliamento, all’estremità ovest del percorso longitudinale (ove si trova la biblioteca per bambini), è previsto un nucleo ascensori che permette di accedere, quando richiesto, al Centro Culturale per bambini, che è ricavato sul sedime esatto del precedente Stepping Stones Theatre, che viene ristrutturato a fondo nel rispetto della trama edilizia esistente. Nei tre piani del Centro Culturale, che deve svolgere un ruolo autonomo rispetto alla biblioteca, sono previsti spazi per esposizioni temporanee, che fungono anche da foyer per un auditorium da 250 posti che può servire anche un pubblico esterno, oltre che i giovani utilizzatori del centro, ma in particolari occasioni anche gli utenti della biblioteca, soprattutto quelli delle sezioni specializzate Music e Audio, presenti ai livelli 3 e 2 della nuova biblioteca, che possono utilizzare il nucleo ascensori ovest. Al di sopra dell’auditorium, al terzo livello del centro culturale, sono previsti diversi spazi per attività espressive e soprattutto un grande Art Studio con illuminazione zenitale supplementare. Il mantenimento del sedime del vecchio Stepping Stones Theatre deriva dall’intento di rispettare la spazialità dei “closes” ancora integralmente conservati. In più la previsione dell’auditorium, con accesso del pubblico dal livello 2, permette, oltre alla conservazione della memoria della funzione teatrale, di ricavare al di sotto della gradinata un passaggio pedonale esterno coperto, di collegamento fra il “close” che arriva da West Bow e il livello terreno della nuova biblioteca, che viene destinato ad attività commerciali al dettaglio e di ristorazione, con una trama molto varia di passaggi coperti e scoperti che recuperano la memoria dei “closes” perduti di questa zona, riconnettendosi perfettamente anche ai conservati “closes” verso Victoria Street.
La ventilazione e la parziale illuminazione dei nuovi percorsi pedonali commerciali di piano terreno viene ottenuta dai pozzi di luce che ai piani superiori illuminano le sale di lettura. A livello terreno, dal fronte di Cowgate, è previsto l’accesso alla rampa di discesa che conduce al primo livello interrato, dove è ricavata un’autorimessa per 30 posti macchina destinata ai dirigenti della biblioteca. Il sistema delle uscite di emergenza è basato sulle quattro scale a prova di fumo che dai piani superiori sfociano a piano terra. Con separazione tagliafuoco e uscita indipendente tre di questi vani scala fungono anche da vie d’esodo per i livelli interrati: due vani scala per i tre livelli interrati inferiori di deposito libri, il terzo vano scala (e la rampa carrabile) per la fuga dalle autorimesse. Le coperture sono a doppia falda per ogni campata di solaio, permettendo di ricavare spazi impiantistici nei volumi di sottotetto. Il ricostituito fronte stradale dell’isolato è fratturato in quattro elementi pieni, rivestiti in lastre di pietra di Edimburgo, privi di bucature e in tal senso assolutamente neutri. L’altezza sul fronte strada è pari a quella della vecchia biblioteca, ma l’elemento più a ovest, quello di raccordo con la cortina edilizia più bassa su West Bow, è fortemente arretrato e appare quindi più basso in termini di proiezione prospettica verso la strada, e fa da quinta di fondo per la conservata torre neogotica, isolata al centro di un prato verde.
Status: Competition Entry
Location: Edimburgo, Regno Unito
Firm Role: Progettista Architettonico
Additional Credits: Bibliografia:
1995 - "Dieci Conversazioni di Progettazione Architettonica", Alinea, Firenze, pp. 40-52 (ISBN 8881250268);
1995 - "Parametro", n.210, settembre - ottobre, pp. 6-7 (ISSN 00311731);
1997 - "Parametro", n.220, luglio-ottobre, p. 52 (ISSN 00311731);
2006 - "La progettazione architettonica nella riqualificazione urbana", Alinea,
Firenze, pp. 99-104 (ISBN 8860550610);
2018 - "A. Manfredini, Architetture 1978-2018", Altralinea, Firenze, pp. 44-45 (ISBN: 9788894859286).